Le 6 basi per una
comunicazione efficace

 

Nel 1985 Italo Calvino preparava un ciclo di 6 lezioni da tenere all'Università di Harvard. Le lezioni non si sono mai tenute, perché Calvino è mancato proprio pochi mesi prima, ma a noi ha lasciato un testo che ancora oggi sorprende per la sua modernità e polivalenza: le Lezioni americane.

Ogni lezione approfondisce un elemento che secondo Calvino costituisce un pilastro del testo letterario. Le sue riflessioni si possono estendere anche al campo più generale dell'arte e della comunicazione. Ecco quali sono le 6 basi per una comunicazione efficace:

1. Leggerezza

La realtà del mondo è spesso pesante, opaca, drammatica, grottesca, inerte.

La leggerezza è l'unico valore che può elevare l'inteletto umano verso orizzonti più aperti. Nella comunicazione, la leggerezza si ottiene soprattutto sullo stile, seguendo un «processo psicologico in cui agiscono elementi sottili o impercettibili, o qualunque descrizione che comporti un alto grado d'astrazione», anche attraverso l'uso di metafore o dell'ironia.

2. Rapidità

Ogni comunicazione gioca sul rapporto tra velocità fisica e velocità mentale: quanto più rapido è il processo mentale per cui veicolo un significato, tanto più godibile intellettualmente sarà quel significato: «La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura».

3. Esattezza

A fronte di un uso sempre più vago e approssimativo del linguaggio e delle immagini, l'esattezza per forza di cose è un valore necessario. In qualsiasi progetto comunicativo, essa significa soprattutto:

  1. avere un disegno ben definito e ben calcolato
  2. usare immagini visuali nitide, incivisi, memorabili
  3. usare un lessico il più possibile preciso

4. Visibilità

Ogni comunicazione nasce da un'immagine mentale ben precisa: è questa visione iniziale che deve essere interpretata nel modo più accurato e fedele possibile.

Talvolta, in un mondo come il nostro, dominato dall'uso incondizionato di immagini visive per lo più inflazionate, si rischia di non riuscire più a creare messaggi che riescono ad arrivare a destinazione. In tal caso, è possibile percorrere due strade:

  1. riciclare le immagini già usate ma in un nuovo contesto che ne cambi il significato (post-modernismo)
  2. fare il vuoto attorno a quelle immagini per ripartire da zero

5. Molteplicità

La nostra società diventa sempre più complessa. Uno dei valori principali dell'arte sta nell'aver cercato di rappresentare le molteplici relazioni, in atto e potenziali, che esistono tra le cose.

Una comunicazione "molteplice" può essere ottenuta in vari modi:

  1. con un messaggio unitario che però è interpretabile in vari modi
  2. con un messaggio plurimo, che sostituisce alla unicità dell'io pensante una molteplicità di soggetti o sguardi sul mondo (es. la "polifonia" di Bachtin o l'arte cubista di Picasso)
  3. con un messaggio che tenta di contenere tutto il possibile (anche se poi resta incompiuta per forza di cose)
  4. con un messaggio che procede per aforismi, attraverso un pensiero non sistematico

6. Concretezza

Questa sesta lezione è rimasta incompiuta. Ma sappiamo che in origine il titolo della sesta lezione doveva essere Openness, «da intendersi non come "franchezza", bensì nel senso di apertura, proporzione spaziale tra uomo e mondo»; sappiamo anche che in seguito il titolo fu mutato in Consistency, da tradursi con coerenza. Possiamo dunque bene immaginare cosa volesse dire Calvino con la sua idea di "concretezza": la capacità di esprimere un'idea con estrema pertinenza: pertinenza rispetto all'immagine visiva iniziale che se ne ha, e pertinenza anche rispetto al contesto in cui questa immagine si situa e si rapporta col mondo.

 
* I computer sono strumenti meravigliosi per realizzare i nostri desideri, ma nessuna macchina può sostituire la mente umana
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